Il commercio elettronico rappresenta una opportunità che molte aziende dovrebbero considerare. Affacciarsi al web comporta costi a dir poco variabili: è fondamentale capire cosa si vuol fare e procedere ad una accurata pianificazione della realizzazione e dei costi conseguenti.
Ecco una breve guida che ne analizza gli aspetti aziendali, legali, amministrativi e fiscali.
Il commercio on line offre vari vantaggi all’azienda:
I principali vantaggi sono il minor prezzo, la scelta più ampia, la possibilità di recessione e la comodità di ricevere i propri acquisti direttamente dove si desidera. Attenzione: salvo rarissime eccezioni, il successo del commercio elettronico presuppone un prezzo finale inferiore.
Esistono fondamentalmente tre tipi di siti web commerciali:
La creazione di un sito ha costi contenuti. Alcuni soggetti se lo costruiscono da soli ma, se non si hanno le necessarie competenze, si rischia di fare un sito non performante. Meglio affidarsi ad una web agency o ad un operatore del settore, esperto, soprattutto se si parla di e-commerce. Volendo dare una indicazione di massima, la spesa varia da poche centinaia di euro ad una decina di migliaia di euro.
La vera spesa è tuttavia legata al posizionamento e alla visualizzazione del sito, ossia a far conoscere e quindi visitare il proprio sito. Parliamo di azioni legate all’attività di Social Media Marketing, comunicazione e di investimenti in pubblicità on line, e qui la spesa non ha limiti.
Se si vogliono evitare consistenti investimenti per avviare il proprio sito, una opportunità è costituita dai cosiddetti Market Places, ossia i siti famosi che fungono da spazi commerciali. Un esempio? Inizia per A” e finisce con “zon”. Ovviamente dovrò corrispondere una commissione al sito che mi ospita.
L’esercizio del commercio elettronico comporta ampi obblighi informativi, indicando
Cura particolare deve essere riposta nelle informazioni attinenti prezzi e tariffe (anche accessori: imposte, costi di consegna).
Altre informazioni ex art 12 del D.Lgs 70/2003 ed è necessario il riepilogo sulla pagina web di tutte le condizioni commerciali. Per finire, è obbligatorio tenere traccia di tutti gli ordini (si tratta di contratti: ecco perché tutti i siti tengono in memoria i nostri acquisti precedenti). I contratti non sono soggetti a bollo perché mancano le firme digitali
Nel commercio rivolto al consumatore finale (B2C) è obbligatorio prevedere il diritto di recesso: attualmente è definito in 14 giorni solari (decorrenti dal giorno di ricevimento della merce), senza penalità e senza obbligo per l’acquirente di specificare il motivo.
Il rimborso deve avvenire entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione del cliente. Attenzione: se il termine non è riportato nelle condizioni di vendita, il termine diventa di 12 mesi. Il recesso non si applica al commercio di prodotti alimentari o di prodotti confezionati su misura. Il recesso è escluso per il commercio elettronico diretto.
La normativa Iva distingue tra commercio elettronico diretto ed indiretto.
Il Commercio elettronico diretto è il vero e-commerce, ossia la compravendita di beni immateriali, scomposti in bit: ordine, pagamento, consegna avvengono on line (per esempio ebook).
Il Commercio elettronico indiretto è la compravendita di beni materiali: l’ordine avviene on line, il pagamento è on line (o in contrassegno), la consegna fisica è affidata a canali tradizionali (vettori).
A partire da questa distinzione di base, la normativa fiscale prevede adempimenti ed obblighi tributari differenti, a seconda che
Risulta evidente che gli aspetti da affrontare sono molteplici, ma il web rappresenta una opportunità estremamente interessante ed un valido strumento innovativo, come la pandemia in atto ha ampiamente dimostrato. Pensiamoci.
Lo Studio è a vostra disposizione per ogni chiarimento: 030. 8920686/ 030. 826811.