Il mondo dell’industria e dei servizi è alle soglie di un cambiamento epocale: Industria 4.0, e di questo è consapevole anche Il Governo Italiano che ha varato nel settembre 2016 un ambizioso programma di interventi, nell’ambito del Piano nazionale Industria 4.0 approvato con la Legge di Stabilità, a favore delle imprese che intendono intraprendere la strada della nuova frontiera tecnologica e digitale.
Il ricorso ai sistemi integrati all’Industria 4.0 prevede: l’incremento del volume dei dati, della potenza di calcolo e della connettività che si traduce in big data, open data, cloud computing; lo sviluppo degli analytics, per ricavare valore dai dati raccolti; lo sviluppo di nuove forme di interazione tra uomo e macchina e della cosiddetta realtà aumentata e, infine, lo sviluppo e il miglioramento nel trasferimento di istruzioni digitali al mondo reale come la robotica avanzata, le soluzioni Internet of Things e le stampanti 3D.
Nei primi sei mesi di quest’anno gli investimenti delle imprese in macchinari, apparecchiature elettroniche sono cresciuti del 9% rispetto allo stesso periodo del 2016, raggiungendo quota 80 miliardi di euro. Ad agosto gli ordini di impianti e macchinari hanno raggiunto il picco dal 2010. E delle 28mila imprese italiane che investiranno in ricerca e sviluppo, 11.300 hanno risposto al ministero dello Sviluppo economico che quest’anno spenderanno più dell’anno scorso. Circa un terzo di queste, 4.500 per la precisione, l’anno scorso non aveva mosso neanche un euro. Mentre le altre considerano di stanziare dal 10% al 15% in più.
Tuttavia alcuni tasselli del piano non hanno funzionato e ha previsto delle correzioni. A partire dalle misure di aiuto agli investimenti early stage in startup e imprese.
Da rivedere è anche il progetto banda larga. Il ministro Calenda ha promesso di stanziare altri 3,5 miliardi di euro.
D’altronde, solo il 2% dei numeri civici viaggia a 100 Megabit al secondo (Mbps) in download, mentre il 30% naviga a 30 Mbps, il 41% rientra nei bandi di gara pubblicati nel 2017 e il 28% è ancora scoperto. Di questo passo, nel 2020 l’11% dei civici sarebbe ancora senza fibra e il 48% a 30 Mbps. Per garantire servizi evoluti l’Italia dovrà dotarsi di una rete forte e veloce in grado di fronteggiare una notevole quantità di dati. Ecco che i progetti banda ultralarga e 5G diventano elementi sempre più strategici per il rilancio della nostra economia.
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