La pandemia ha pesantemente modificato i nostri comportamenti, le nostre abitudini ed i nostri consumi, ed ha inciso anche sulle nostre tasche, specie nei settori più colpiti, come la ristorazione o l’intera filiera turistica.
È evidente che dovremo convivere con la pandemia ancora per parecchio tempo, e per farlo è bene imparare a concentrarsi non sui problemi, ma sulle soluzioni. Bella frase, forse ad effetto, ma come applicarla?
Innanzitutto cercando di sfruttare le nuove competenze che stiamo apprendendo e le opportunità che si stanno delineando. Senza voler rinnegare i vincoli e le difficoltà del momento, cerchiamo di fare una fotografia dei cambiamenti in atto che oramai fan parte della nostra quotidianità.
Analizziamo brevemente gli aspetti innovativi di oggi. A ciascuno di noi il compito di capire se possano tradursi in interessanti opportunità.
La nostra interconnessione è drasticamente aumentata, con risvolti anche positivi. Oltre ad averci consentito di mantenere una certa socialità, abbiamo tutti imparato a fare un bonifico dal cellulare. Molti ci han preso gusto e on line ordinano la spesa, o si dedicano allo shopping. Risultato? Risparmiamo molto tempo che possiamo dedicare ad altro.
Il lavoro agile rappresenta uno degli aspetti più qualificanti della nostra evoluzione tecnologica. Molti hanno imparato a lavorare da casa e hanno scoperto i vantaggi che esso comporta, migliorando le prestazioni lavorative e coniugando al meglio gli impegni familiari.
Il solo fatto di poter evitare il tragitto casa-lavoro comporta un guadagno in termini di tempo, da poter dedicare ad altre attività a noi più gradite, mentre la riduzione di spostamenti fisici comporta un risparmio economico non indifferente.
Passare più tempo in casa, lavorando in smart working, ha determinato un impatto significativo nell’intero settore immobiliare. Le nuove abitudini di vita hanno portato ad una revisione dei parametri delle soluzioni abitative. Ad esempio: le abitazioni situate in belle località o dotate di importanti spazi, hanno visto crescere rapidamente il loro valore.
Parimenti, il mercato di piccole abitazioni e degli immobili commerciali ha subito una contrazione. In generale si assiste ad una inversione di tendenza rispetto agli ultimi decenni: tanti meditano di acquistare case più ampie e con spazi all’aperto, poste in zone periferiche o in provincia, dove il costo al metro quadrato è più contento. Di tutte queste nuove tendenze gli architetti dovranno tenerne in debito conto nella progettazione delle case del futuro.
La riduzione della necessità di spostamenti a lungo e medio raggio, l’incremento del tempo libero, unitamente alla innovazione tecnologica delle biciclette elettriche, ha portato molti a riscoprire l’utilizzo della bicicletta, sia classica che a pedalata assistita, per un uso sia utilitaristico che di svago.
Dietro questa evoluzione, si apre un mercato non solo di mezzi a due ruote, ma di accessori ed abbigliamento dedicati, nonché a nuove esigenze poste da un fenomeno in continua espansione: il cicloturismo.
Con l’auspicio che gli urbanisti e la politica finalmente ne tengano conto, senza aspettare un nuovo millennio. Per chi oggi voglia acquistare una bicicletta, il tema non è spuntare il miglior prezzo, ma trovare il venditore che abbia una bicicletta da consegnare.
La normativa fiscale ha cercato di aiutare questa evoluzione, prevedendo numerosi incentivi, troppi a parere di chi scrive, polverizzando così le risorse disponibili. In ogni caso vi sono misure molto interessanti e di indubbia efficacia.
Mi riferisco alle agevolazioni fiscali che consentono un risparmio d’imposta, previste sia per i privati che per le aziende. In primis il Superbonus 110% finalizzato a svecchiare e rendere più efficienti, ecologiche e sicure le nostre abitazioni, o al credito per l’acquisto di sistemi di filtraggio dell’acqua, che ha come vero obiettivo la riduzione della plastica utilizzata per le bottiglie.
Vi sono poi interessanti interventi a favore delle aziende, per le quali sono previsti immediati incentivi a fronte dell’acquisto di nuovi beni strumentali, con il duplice obiettivo di mantenere sul mercato le aziende produttrici e migliorare la produttività delle aziende acquirenti.
In quest’ottica sono anche fortemente agevolate le spese di formazione del personale dipendente (con effetti benefici sullo smart working precedentemente richiamato).
Ognuno di noi può quindi riflettere sugli spunti sopra proposti e capire, ciascuno nel proprio piccolo, come cogliere nuove opportunità o sfruttare i nuovi scenari.
È ovvio che le opportunità devono essere colte soprattutto da chi ha il ruolo di prendere decisioni che influiscono sull’intera collettività e per questo abbiamo bisogno di validi leader, persone che abbiano la capacità di elaborare una visione e che adottino soluzioni con effetti positivi sulla società intera.
Con una classe politica che persevera nel gestire affannosamente la quotidianità e senza una visione a lungo termine, è evidente che la sorte della nostra società è strettamente legata alle capacità della classe imprenditoriale, che necessariamente deve presentarsi a questo appuntamento unendo la preparazione al talento.
L’imprenditore è il primo soggetto che per sopravvivere deve saper cogliere i cambiamenti, individuare dove andare e definire come arrivare alla meta (e qui il presupposto è la conoscenza).
Si tratta di mettere in moto un processo di cambiamento, che come tale implica stress. Ed oggi i cambiamenti sono veloci: i giornali danno notizie (vere o false che siano) che noi conosciamo già dal giorno prima, interpellando il nostro smartphone.
Ma la velocità non corre solo on line: tutti noi siamo vittime di un virus, nato a migliaia di chilometri da noi, che in poche settimane (se non giorni) ci ha drammaticamente aggredito.
Nella gestione aziendale è indispensabile quindi avere una visione prospettica: la dinamicità del contesto economico mondiale non consente più all’imprenditore di prendere decisioni basandosi su dati storici o avvalendosi solamente del proprio istinto; questi sono approcci del secolo scorso. La nuova regola è capire oggi cosa fare domani, mediante l’analisi prospettica dei dati e quindi degli scenari.
La misurazione è un passaggio obbligato: rappresenta il primo passo per arrivare al controllo ed allo sviluppo. Gli assiomi della più moderna teoria aziendale ci dicono che ciò che non può essere misurato non può essere capito e ciò che non può essere capito, non può essere controllato. Se non può essere controllato non può essere sviluppato; quindi, solo attraverso la misurazione è possibile definire scenari e definire le scelte strategiche.
Il presupposto della strategia è quindi la conoscenza, e questa la si accresce con la formazione. Accrescere la conoscenza è la nuova missione dell’imprenditore, nelle accezioni più ampie possibili: conoscenza tecnica ma anche intelligenza emotiva, ossia la capacità di riconoscere, usare, capire e gestire in maniera consapevole le proprie ed altrui emozioni per guidare i pensieri e le azioni.
Avere queste facoltà implica favorire scambi comunicativi e quindi acquisire capacità di problem solving, stimolando il pensiero costruttivo, migliorando la competenza sia a livello personale che sociale, che si esplica a livello di comunicazione, di leadership, di soluzione di problemi e, per finire, nel prendere le corrette decisioni. Lavoro di squadra e condivisione delle conoscenze sono le nuove direttrici, che si basano sulla diffusione della cultura, avendo sempre presente l’attenzione al cliente.
In breve, è necessario arrivare ad una nuova cultura aziendale. Si tratta di implementare un circolo virtuoso: partendo da un’adeguata struttura organizzativa, la cui operatività è verificata dal controllo di gestione, con la tecnologia che consente un corretto flusso informativo, possiamo costruire adeguate relazioni con l’ambiente esterno (il cliente) che virtuosamente comunicano nuovi input alla struttura organizzativa.
Insomma, non stiamo vivendo un bel periodo, ma abbiamo il dovere di trovare ed applicare soluzioni nuove. Buona caccia!